Le startup e il recruiting
E poi ci sono le startup.
Si quelle che cercano il loro primo sviluppatore che implementi in node.js il loro software del millennio – sarebbe il primo sviluppatore in azienda-, dici il nuovo Facebook? Si certo ma hanno già deciso che è molto trendy usare la tecnologia di cui il fondatore ha solo sentito parlare.
A chi non è capitato di essere contattato dal conoscente di turno, ho una grande idea, tu farai una grande cosa in realtà virtuale, con la tecnologia che ho letto su $rivista_trendy e poi sarà il 30% a te e il resto a me che ho avuto l’idea.
Che alla tua risposta: “io di questa tecnologia non ne so niente, potremmo usare quest’altra” ricevi quasi uno schifato “dai ti farò sapere” e la persona sparisce dalla tua vita? Forse è un bene ma i 10 minuti al telefono non tornano più.
O la startup con, i fondatori, che hanno 25 anni di esperienza in banca e che hanno racimolato qualche soldo e tutto il team di stagisti/neolaureati e che “fa fatica” ad assumere profili senior; grazie alla totale inesperienza della ragazzina che si occupa di hr che non può permettersi una chiamata internazionale e ti chiede in tempo reale, via email, di poter fare la chiamata con hangout.
O il mega fondatore della, oggi defunta, startup che è appena uscito dal politecnico e via telefono ti fa il colloquio tecnico, mischiando termini tecnici e non andando mai realmente al punto; vi stupirò ma non è riuscito a trovare i programmatori e sistemisti che gli servivano.
E vogliamo parlare del CTO hands on? quello che si deve occupare della infrastruttura, di scrivere il codice e di fare supporto. Ora capisco tutto ma avere tante idee e ben confuse… chiamarlo, il primo schiavo, non sarebbe stato più corretto?
Poi ci sono le startup, solo commerciali, che rivendono qualcosa – che spesso non hanno – spesso in consulenza – ma hanno un team solo di donne e ti scartano? Ma perché prima di fare il colloquio non si capiva che era un uomo chi stavi per incontrare?
E vogliamo parlare dei ripensamenti? Sai cercavamo un profilo presales, oggi abbiamo deciso che invece ci serve un software architect che faccia presales e che contemporaneamente segua i 100 diversi progetti- con architetture e tecnologie diverse- che abbiamo, spesso in body rental, presso i nostri 100 clienti.
Ci sarebbe da ridere se fosse uno scherzo, una grande candid camera.
Se volessi rendere l’articolo più comico potrei riportare alcune ricerche di lavoro, mi soffermerò su un particolare la retribuzione.
Perché, nella quasi totalità, degli annunci italiani non c’è scritta la retribuzione ed è la prima domanda che ti fanno quando ti chiamano? È come giocare a poker, una parte a carte scoperte.
Molte, troppe, aziende sono straconvinte che offrendoti un lavoro hanno l’iniziativa, in realtà con la scarsità di profili che c’è oggi perché non mettere la retribuzione? Se offri poco non trovi, se offri il giusto sarà più facile.
Una delle obiezioni che viene fatta, dalle aziende, è: se mettessimo la retribuzione tutti penserebbero di poter prendere il massimo; la risposta è se quel profilo vale 100, perché provare a trovarlo a meno?
Partiamo da un assunto, normalmente, quelli bravi un lavoro lo trovano, rimangono fuori quelli meno bravi e quelli per qualche ragione sono disponibili(chiusure aziendali, spostamenti di aziende, problemi personali).
Ora mi metto nei panni dell’imprenditore tipo, cercare personale non è il suo mestiere, se deve assumere qualcuno o ha tanto lavoro o qualcuno ha lasciato l’azienda, perché perdere tempo in 100 colloqui? In 1000 documenti e prove varie? Capirei l’azienda che fa questo di mestiere e non ha costi ma la tipica PMI italiana perché, per profili non entry level, deve impelagarsi in ricerche alla Amazon o alla Google? Due mega corporation che hanno questi servizi internamente?
Non ho tutte le risposte ma le domande me le faccio, tu che ne pensi?